Donne, cavalier, arme e storiacce: intervista a Lia Celi e Andrea Santangelo



Lia Celi e Andrea Santangelo sono una "coppia di fatto" delle librerie: giornalista-scrittrice con nel curriculum il leggendario Cuore lei, storico militare dalla rigorosa bibliografia lui, insieme hanno firmato una serie di titoli che esplorano la Storia con un approccio puntuale ma anche ironico e disincantato che la rende semplicemente irresistibile. 

Con la stesura di "Mai stati meglio", Celi e Santangelo sono arrivati all'utile e sano concetto di Storioterapia: la Storia c'insegna, sì, ma non tanto come vuole Cicerone quanto proprio nel senso che una volta che l'abbiamo conosciuta ci scopriamo un po' più grati di vivere in questa nostra epoca che ci sembra così sciagurata.  

La mia intervista verte soprattutto attorno alle loro fatiche a tema rinascimentale per il banale motivo che è quello di cui mi interesso di più. Tuttavia vi consiglio davvero, miei cari tre lettori, di mettervi in pari con tutto; anche perché presto i nostri autori colpiranno ancora! 


La prima domanda è forse banale: come si sono conosciuti uno storico militare e una giornalista-scrittrice televisiva e soprattutto come è nata l’idea di lavorare insieme?Ci siamo conosciuti come docenti a un corso per aspiranti scrittori, Santangelo nelle vesti di editor e Celi di scrittrice. Abbiamo simpatizzato e ci siamo tenuti in contatto. Un giorno mentre prendevamo un caffè ci è venuto in mente di raccontare a tutti la nostra idea della Storia. Così è nato Mai stati meglio e così è nata la Storioterapia (che è ora diventata un seguito corso presso l’Università Aperta di Rimini).


A volte è naturale, leggendo un vostro libro, pensare che un passaggio sia sicuramente opera di Santangelo e un altro di Celi. Ma come si svolge, in concreto, il progetto di scrittura a quattro mani?
Per ogni libro abbiamo usato tecniche di lavoro diverse, non abbiamo un’idea sola di come sia possibile collaborare. Spesso iniziamo a scrivere senza addirittura avere un progetto preciso di suddivisione del lavoro. Alla base di tutto, comunque, c’è sempre una grande stima reciproca.

Quanta documentazione c’è dietro ogni lavoro, e chi è generalmente il più secchione dei due?
Non c’è uno più secchione dell’altro. Ognuno di noi due è scrupoloso e tignoso nel suo settore di elezione, date, battaglie e armamenti oppure nomi, gossip, riferimenti a cinema o tivù. Sarà il comune retroterra di storici e ricercatori…Così siamo inattaccabili da ogni lato.







Mai stati meglio” sembra una risposta a chi rimpiange i famosi e vagheggiati altri tempi. Ma se doveste citare un problema tutto moderno di cui fareste volentieri a meno, quale scegliereste?L’eccessivo amore per lo smartphone. Senza ormai ci sentiamo nudi. Stiamo arrivando ad eccessi come il preferire gli incontri virtuali a quelli reali. Tecnologia è bello, è futuro, è benessere. Tecnologia acefala e acritica non va bene per niente.


Al ginnasio ho avuto una fantastica insegnante di Storia che faceva regolarmente battute durante la lezione: a un certo punto ammise che si trattava di una sua strategia per “rigenerare” la nostra soglia dell’attenzione, che ha durata limitata. È una logica a cui avete pensato?
Certamente. L’attenzione è la risorsa più preziosa della nostra epoca in cui la distrazione e la deconcentrazione sono sempre in agguato. Chi lavora con la comunicazione, che sia un insegnante, uno scrittore o un intrattenitore, deve tenere nel massimo conto l’attenzione del suo pubblico e mantenerla con ogni mezzo, o quasi.






Com'è partito il progetto di "Caterina la Magnifica"?

L’editore (Utet) era convinto che Celi-Santangelo avrebbero funzionato assai bene come biografi. Pertanto si tenne una riunione meneghina sotto le feste di Natale del 2014, in una pasticceria, tra panettoni, pandori e panpepati. Alla fine, oltre a un aumento della glicemia, venne fuori l’idea di "Caterina la Magnifica".


L’ultima Caterina che ha avuto una certa risonanza è stata quella di Reign, che curiosamente incarnava quasi tutte le leggende nere sulla regina ma aveva anche una caratterizzazione grintosa, arguta e drammatica che l’ha resa molto popolare. La serie è stata piuttosto lunga e dubito che l’abbiate vista tutta, ma questa Caterina vi sembrava un passo avanti o era troppo cartoonistica per essere “accettata” dagli storici?
Se tenessimo conto di ciò che viene accettato dagli storici non avremmo scritto nessuna delle nostre biografie. Quanto al cartoon, ben venga: quanti bambini degli anni Cinquanta e Sessanta si sono interessati alla storia e alla grande letteratura grazie alle storie “in costume” di Topolino? Per accendere la curiosità ogni barbatrucco funziona, poi ci sono fior di opere storicamente più esaustive e “rispettabili”.






La due vite di Lucrezia Borgia” è stato un sequel che vi è venuto spontaneo scrivere o vi è stato richiesto dall’editore? E se ci sarà una prossima puntata, a chi vorreste dedicarla? Su twitter c’è stato un accenno a Caterina Sforza.

L’idea girava già da un po’ nella nostra testa, ma non eravamo certi di imbarcarci nell’impresa perché sui Borgia è stato scritto tanto. Però abbiamo visto che mancava un libro che desse il giusto risalto alla parte più importante della vita di Lucrezia, quella ferrarese. Così siamo partiti e speriamo di aver fatto un buon lavoro. Al momento siamo presi dal nostro primo romanzo a quattro mani, non abbiamo ancora pensato al prossimo obiettivo storico. Ci sono varie idee, ma nulla di concreto. Caterina Sforza è un pallino di Santangelo, chissà.


La rivalutazione di figure storiche diffamate è ormai una pratica costante che (anche con voi!) tiene molto occupata l’editoria, eppure le storiacce sembrano non morire mai. Non sarà che alla fine preferiamo quelle?
Certo, di persone normali, impastate di bene e di male, ne incontriamo tutti i giorni. Sono gli stereotipi, gli estremi, i personaggi sopra le righe che ci affascinano e ci fanno sognare. Quando la storia tocca il romanzo diventa parte del nostro immaginario, e per quanto gli storici si sforzeranno di spiegarci che Nerone non era la caricatura che ne fa Peter Ustinov in "Quo Vadis", noi continueremo a preferire Peter Ustinov.

Qual è un pregiudizio su Caterina e Lucrezia che proprio non sopportate?
Lo stesso per entrambe: di essere considerate due maestre nell’arte dell’avvelenamento. Non esistono le prove, al massimo qualche indizio, si tratta per lo più di dicerie, ma ciò è bastato comunque per avvolgerle in questa leggenda nera. E così tramandarcele.





Ormai pochi sanno meglio di voi che il Rinascimento non era solo fatto di gioie, di giostre e di fanciulle botticelliane. Ma c’è un suo aspetto che trovate abbia da insegnare ai nostri tempi?

È molto difficile rispondere, anche perché non crediamo molto nella funzione “ammaestratrice” della storia – anzi, questo preconcetto è uno dei motivi che la rendono così poco popolare: anziché goderla come racconto bisogna sempre cercare negli eventi del passato una morale o un insegnamento. Il Rinascimento va goduto e riscoperto in quanto di bello e luminoso ci ha lasciato e anche nel suo lato dark e apocalittico che, questo sì, lo rende molto vicino alla nostra epoca.



Una domanda solo per Santangelo: molti Cesarers (l’ho appena inventata e me la segno) hanno trovato curioso che in “Cesare Borgia. Le campagne militari” venissero citati, tra un Barbero e un Mallet, passaggi di un romanzo (“Il condottiero” di Monica Valentini). A cosa è dovuta questa scelta?
Si trattava di un passaggio in cui davo voce a diversi autori sull’aspetto fisico del Valentino e mi piaceva unire il responso in merito di acclarati accademici, grandi scrittori e persino di una autrice che si è autoprodotta il libro. Uno spaccato verticale di come doveva apparire Cesare.




Una domanda solo per Lia Celi: anche perché di recente mi sono occupata di mito e letteratura mi è sembrato simpatico lo spunto del romanzo sulle tre dee alla scuola media. E se alla scuola media capitassero Caterina o Lucrezia, come si troverebbero?
Pensa che tempo fa avevo in mente un romanzo sulla Lega delle Gentildonne Straordinarie, una squadra di superdonne della storia che intervengono nella vita delle ragazze di oggi insegnando a non abbassare mai la testa e a rompere gli schemi, con sfrontatezza e intelligenza. Ci avrei messo Caterina e Lucrezia, ma anche Elisabetta I, Anita Garibaldi, Giovanna d’Arco e Mata Hari. È una traccia su cui non ho ancora lavorato, ho appena consegnato il sequel di Tre dee alla scuola media che uscirà fra un mese, ma chissà. Forse il prossimo anno…





(Nessuna delle immagini pubblicate mi appartiene)

Commenti

  1. Donna Burk
    Tutti i riconoscimenti vanno a questo collezionista di incantesimi molto profondo trovato degno di essere emulato e anche a Katherine, la mia migliore amica .. Ehi ragazzi, sono Donna Burkley, vivo nella baia di San Francisco in California, la mia vita emotiva è cambiata in meglio rispetto al L'intervento del dottor Egwali, presentato da un mio caro amico nel punto in cui tutti pensavamo fosse fatto, è diventato l'opposto. Credimi, ero incredulo a causa del mio diverso incontro con un certo numero di stregoni e siti web, il tutto per riportarmi da me il mio affascinante marito disinvolto, essendo indubbiamente presente che doveva esserci un posto affidabile, poi kath è venuto con il dr. L'articolo di Egwali e dopo l'intercessione presso il dottore sono stati incantati ed è stata una borsa d'amore tutta nuova per noi la sua famiglia. Oggi ci siamo risposati e viviamo magnificamente e ora sono davvero un vero credente ragazzi, grazie ancora una volta Dr.Non siate riservati contattate il Dr.Egwali Whatsapp: +2348122948392 /Mail:dregwalispellbinder@gmail.com

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