"Perché a noi la qualità ci ha rotto il cazzo": "I Medici 2" e la morte dell'ambizione


"A noi la qualità c'ha rotto er cazzo! Viva lammerda!"
Con questo grido immortale René Ferretti, indimenticato protagonista di Boris, definiva la filosofia di buona parte (sempre un po' meno, fortunatamente) della fiction prodotta in Italia. È una rivendicazione che mi è tornata prepotentemente in mente mentre, incredula, assistevo al susseguirsi di episodi della seconda stagione di Medici.

I primi due, lo ammetto, mi avevano lasciata cautamente ottimista pur non mancando di qualche difetto. Il vero problema è che nel corso delle settimane quei difettucci si sono ingigantiti fino al grottesco, divorando il poco che c'era di buono (ovvero Contessina e Marcobèllo, le location, un certo e vago qual senso di storicità, l'energia ggiovane del cast). Avevo, nello scrivere quel post, preannunciato che sarei certamente tornata a parlare di quel che in Medici 2 non funzionava, e lo farò adesso entrando quanto più possibile nel dettaglio. Devo però iniziare con un verdetto generale: a Medici 2 è mancata l'ambizione.

Forse LuxVide, RaiFiction, Frank Spotnitz o chi per loro si sono adagiati sugli allori credendo di replicare agevolmente il successo della prima stagione senza mettere neanche un minimo sindacale d'impegno nel casting e nella scrittura, per non parlare dell'accuratezza storica che comunque mancava anche due anni fa (e di cui ha già scritto ampiamente il blogger Mylord). 

Fatto sta che quel successo non è stato replicato: non solo in termini di ascolti (anche tralasciando l'impietosissimo confronto con l'annata di Cosimo/Madden, Medici 2 ha fatto peggio dei ritorni di fiction assai meno pompate e costose come L'allieva e Non dirlo al mio capo), ma anche e più generalmente in termini di hype e recensioni. Insomma, non è nemmeno tanto che la stagione non sia piaciuta, è che proprio se la sono filata in pochi.

Venendo ora a quanto l'umile scrivente ha detestato, procedo per punti.

Il carisma di uno scendiletto

Nel season finale di Medici 2 c'è una scena in cui Lorenzo  l'eroe appena acclamato a gran voce dal popolo, l'ago della bilancia del Rinascimento, il leader − confronta Francesco de' Pazzi, l'antagonista che gli ha appena ammazzato il fratello. A mangiarsi la telecamera con un'espressione illeggibile ma ardente, i lineamenti spigolosi e lo sguardo già perso in un oltretomba che il suo giudice non può vedere è il secondo. 

La mia amica Sandra ha giustamente osservato su Twitter che le sarebbe piaciuto conoscere quello che ha visto Raoul Bova e ha pensato che fosse perfetto per interpretare papa Sisto. Pur trovandomi d'accordo, personalmente sarei ancora più curiosa di stringere la mano a quello che, dopo uno come Richard Madden che pare essere persino in lizza come prossimo 007, ha pensato fosse una buona idea prendere un giovanotto quasi perfettamente sconosciuto per interpretare Lorenzo de' Medici. Ma le ragioni per cui mi pare che il casting di Daniel Sharman gridi vendetta sono altre (un esordiente-o-quasi può avere carisma, basti pensare a come Timothée Chalamet ha conquistato il mondo con Call Me By Your Name) e ne citerò due: l'aspetto estetico e la mancanza di gravitas.

Daniel Sharman è un uomo bellissimo e Lorenzo era un catino. Anche Madden era molto più bello di Cosimo, ma quasi nessuno conosceva né conosce la faccia di Cosimo il Vecchio mentre tutti, ma proprio tutti, se non altro da qualche sussidiario di terza elementare, conoscono il viso di Lorenzo. Il Magnifico era dotato di quella che uno dei suoi biografi (non ricordo quale, forse Busi) ha definito una bruttezza carismatica. Il punto di Lorenzo de' Medici è che non deve piacerti fisicamente, ma deve attrarti per la sua presenza, la sua intelligenza, la vivacità della sua "mente straordinaria" (cit. Lucrezia Donati). Dovrebbe colpire per una qualità che prescinde la regolarità dei lineamenti, ed anzi nasce quasi da (o a dispetto di) una sorta di repulsione. Anche un attore più bello di Lorenzo ma non necessariamente splendido sarebbe andato benissimo: mi viene in mente qualcuno come Daniel Gillies, che in certi episodi di The Vampire Diaries era quasi una copia sputata del Medici e sullo schermo e fuori risulta molto attraente nonostante un viso un po' schiacciato e asimmetrico.


Lo scozzese Stuart Martin, che di Lorenzo ha ironicamente interpretato lo zio omonimo due anni fa, non avrebbe certo sfigurato. Ma la verità era che lo stesso Matteo Martari, interprete di Francesco de' Pazzi, sarebbe stata una scelta migliore. Suppongo che la replica di Spotnitz & co. sarebbe stata che un attore italiano non avrebbe attirato abbastanza pubblico. Quello che ci voleva era la star quality di questo tizio:


È difficile per me continuare a parlare di Sharman e la sua performance senza offendere i suoi fan: la verità è che da quel che si vede nelle interviste e conferenze stampa, l'uomo sembra perfettamente affascinante e non ho niente di personale contro di lui. Aiuta anche la sua voce originale, meno "ragazzina" di quella assegnatagli in doppiaggio che era invece perfetta per DiCaprio in Titanic. Ma il suo volto da cherubino con le guancine rosee non era per nulla adeguato al personaggio di Lorenzo ed è stato ulteriormente penalizzato da una scrittura da intollerabile santino. 

La banalità del bene

E qui veniamo alla purissima nobiltà d'animo di Lorenzo, talmente stucchevole da far piangere di noia sia noi sia, probabilmente, il suo cadavere in quel di Firenze. Il giovanotto, che è uomo generoso, amico leale, politico illuminato, governante corretto, banchiere accorto, mecenate munifico, giostrante cavalleresco, marito fedele, padre premuroso e via annoiando, apre la stagione piagnucolando per aver dovuto uccidere un uomo che voleva fare spezzatino di lui e suo padre e prosegue per otto interminabili episodi cianciando di fare del bene, evitare le guerre, perdonare, aiutare i povery e altre cose completamente anacronistiche non dico per il suo secolo, ma spesso pure per il nostro. 

Michele Gazo, autore del romanzo ufficiale collegato allo show, ha parlato della sua scelta di rendere Lorenzo più complesso di quanto non lo vediamo sullo schermo: uno scrupolo che Spotnitz & co., innamorati del personaggio al punto di rinunciare a tutti i chiaroscuri che avevano dato allo scaltro ma umanamente poco edificante Cosimo il Vecchio, non hanno evidentemente avuto. 

Per sottolineare quanto antistorico sia quello che ho deciso di ribattezzare Fauxrenzo basterebbe citare Volterra, che questi volle saccheggiare impietosamente contro il parere dei priori quando nella serie vediamo l'esatto contrario; ma potremmo anche parlare del suo salvifico perdono finale che è praticamente una barzelletta rispetto alla (giusta e necessaria) spietatezza con cui il suo corrispettivo storico punì i congiurati sfuggiti alla furia dei fiorentini. E provate a cercare Luca Soderini su internet: il personaggio di Filippo Nigro non esiste. Esisteva, tuttavia, un Tommaso Soderini che per Lorenzo era stato un nonno putativo ma che il Medici si decise a delegittimare e sfidare per pura ambizione personale. Sacrosanta ma mai vista nella serie tv, che ha deciso di ripulire completamente il suo protagonista come un biopic Rai Fiction qualsiasi. 

Cattivi disneyani

I Pazzi erano già stati dipinti da cattiviebasta nella prima stagione, che però aveva avuto come antagonisti i più sfumati Albizi per gran parte degli episodi. Medici 2 non ha neanche tentato di dare ai congiurati uno spessore di sorta: lo stesso Francesco, a mani basse il più riuscito tra i Pazzi, conta più sul fascino e la performance di Martari che su una reale e credibile base di scrittura.


 Per qualche momento (mi) era sembrato che Jacopo, uno Sean Bean che non può fare a meno di dare al suo personaggio un'aria di maniaco così ossessionato dai Medici da non lavarsi mai i capelli, avesse perlomeno in atto una vendetta personale a sfondo sentimentale. Ma anche questa potenziale motivazione decade nel corso degli episodi della terza serata: lo zio di Francesco ha sì perso la moglie, che si è rinchiusa in convento, ma per ragioni indipendenti da Medici e politica. Il suo risentimento è quindi atavico, esistenziale, in altre parole completamente random, e quando Lorenzo gliene chiede conto pare quasi di sentire Bean che risponde "Non lo so, la sceneggiatura non è chiara". 

Che comunque sarebbe stata una risposta migliore di quella eventualmente fornita, ovvero che i Medici sarebbero parvenu o qualcosa del genere, a differenza dei Pazzi che sono veri nobili eccetera. In effetti Fauxrenzo parla per tutta la serie di voler fondare una vera Repubblica che darà al popolo (col suffragio universale? dobbiamo saperlo) il diritto di governare tramite il voto. Non vediamo l'ora di sentire Le elezioni di Gaber come sigla della terza stagione, nel frattempo ci tocca vedere la faccette cattivelle di Salviati, altro cattivoperchessì della stagione e non a caso cugino dei Pazzi, che manipola papa Bova fino al fatidico 26 aprile 1478.

Tutto si risolve con pregiudizi di classe, insomma, una battaglia stile Poteri Forti contro Laggente (ed è incredibile quanto Fauxrenzo ricordi Di Battista e Toninelli in certi momenti): lasciamo stare che dalla sua salita al potere il vero Lorenzo de' Medici fosse riuscito a far imbufalire  e mica poco, con una certa arroganza riconosciutagli anche dai suoi biografi, non solo i Pazzi penalizzati da leggi contra personas proposte da lui ma anche papa Sisto IV e di conseguenza i suoi alleati Federico da Montefeltro e re Ferrante di Napoli, che pure di Lorenzo era amico. Se volete leggere di queste sciocchezzuole ci sono i libri che Spotnitz non ha letto o ha ignorato.

Facciamoli innamorare, così, de botto


Una soap opera travestita da serie storica ha, solitamente, il vantaggio di regalare belle ship. Purtroppo non è il caso di Medici 2, che inspiegabilmente decide di inserire un salto temporale tra quarto e quinto episodio sacrificando completamente lo sviluppo delle neonate storie d'amore di Lorenzo e Giuliano rispettivamente con Clarice Orsini e Simonetta Vespucci. Il risultato è che dovremmo ritrovarci coinvolti nelle travolgenti passioni dei fratelli de' Medici, specialmente quella di Giuliano, quando in realtà non abbiamo alcun elemento per spiegarci non solo perché siano travolgenti, ma pure se siano davvero passioni. Lorenzo e Clarice in particolare sono piuttosto tiepidi, ma questo può anche andare perché sono una coppia sposata e domestica da vero e tipico biopic Rai e in ogni caso la Storia non ci ha consegnato nulla di diverso: il vero problema sorge con Giuliano e Simonetta, che partono con un corteggiamento che rasenta lo stalking (e include un furto) e nel giro di un episodio dovrebbero farci sospirare e piangere calde lacrime d'afflizione. Funzionano più o meno bene perché Bradley James e Matilda Lutz hanno una certa chimica, ma lo sviluppo del love affair è repentino, occasionalmente ridicolo e sempre offensivo per il personaggio di Marco Vespucci fino all'inevitabile morte cliché della fanciulla (di una tisi molto meno credibile di quella di Lady Oscar). L'evento getta nella disperazione Giuliano, che per tutti gli episodi 7 e 8 si lancia in discorsi depresso-crepuscolari che fanno venir voglia di chiamare i Pazzi e farsi passare il pugnale. 
Non vale poi la pena di soffermarsi su Bianca e Guglielmo, più che una coppia un plot device per sottolineare continuamente quanto sia umano Fauxrenzo.

Madonna e peccatrice, here we go again

La storia d'amore tra Fauxrenzo e Clarice deve per forza di cose porre fine a quella tra il Nostro e Lucrezia Donati. Ora, chiunque abbia fatto un po' di letteratura alle superiori deve sapere qualcosa di amor cortese: trattasi di una sorta di gioco di ruolo in cui il poeta innamorato verseggia per un'amata irraggiungibile (di solito perché sposata). La faccenda restava, nella tradizione, platonica; cosa che probabilmente valse anche per Lorenzo e la sua bella che pure erano piuttosto chiacchierati. Ma Spotnitz e il resto del team di Boris che ha messo insieme Medici 2 ha deciso che l'amore alto sarebbe stato assegnato a Clarice: cosa fare, dunque, di Lucrezia? Ma una dark lady sempre nuda, ovviamente! 

Ne risulta per la malcapitata una scrittura ondivaga che talvolta la umanizza, ma troppo spesso la sospinge nel territorio della peccatricestronza: Lucrezia è relegata per una metà abbondante di stagione nell'alcova, fatto che la separa dalla vita fiorentina, dalla cerchia di Lorenzo e in ultima analisi da Lorenzo stesso. Benché le loro scene fungano anche da sexposition, almeno due volte si limitano solo a mostrarci una Lucrezia determinata a sedurre Lorenzo strappandolo al suo amore vero e sacro, ovvero al letto coniugale. A rimarcare questa caratterizzazione sessista e pigra che la prima stagione non si era mai sognata di concepire è il secondo confronto tra lei (in abiti scuri, truccatissima, falsa negli atteggiamenti) e Clarice (in colori pastello, volto acqua e sapone, umile ma dignitosa e franca): messa all'angolo dalla moglie di Fauxrenzo, Lucrezia non trova di meglio da fare che rimarcare volgarmente che allontanare il cicciobello mediceo dal suo letto non lo farà avvicinare al talamo nuziale. Una simile bassezza intrappola il personaggio di Lucrezia, una che pure ha amato, sostenuto e consigliato il suo uomo da ben prima che un matrimonio con la Orsini venisse anche solo pensato, nelle maglie di una lotta impari con una moglie corretta e pura alla quale la sceneggiatura assegna tutta la simpatia: il successivo e timido avvicinamento tra le due non basta a riscattare il personaggio agli occhi delle comari di paesino, le quali per quattro settimane hanno riversato sull'internet un odio acido e velenoso per la Donati che può francamente spiegarsi solo con esperienze di corna.

Con grande sorpresa di nessuno, l'unico a non essere sfiorato da queste ire funeste è Fauxrenzo, che prima ha tradito e mentito alla moglie e poi ha apparentemente scaricato l'amante senza alcuna spiegazione: un aspetto del personaggio che risveglia lo spettatore dallo stato catatonico in cui era stato gettato poiché costituisce il suo primo e unico difetto in un'intera stagione, ma inspiegabilmente non viene mai sottolineato dalla scrittura. Clarice e Lucrezia sembrano essere state storicamente in buoni rapporti e Medici 2 avrebbe potuto approfittare di questo per far stringere loro un'alleanza che mettesse il fedifrago alle strette costringendolo ad ammettere di essersi comportato male con entrambe, ma l'idea non viene mai presa in considerazione. Lorenzo esce anzi dalla vicenda completamente intonso, mentre Lucrezia usa la sua influenza presso il marito per vendicarsi meschinamente dell'amante mettendo in pericolo le sue leggi illuminate finché Clarice, altissima, purissima e levissima come al solito, non la persuade a correggere il tiro donandole i versi che Fauxrenzo le aveva scritto. Non riesco a pensare a nulla di più svilente per un personaggio femminile, ma fate voi. 

Sprechi imperdonabili e poraccitudine

La stagione risulta più povera della prima sotto tutti i punti di vista: un protagonista meno carismatico, figure femminili sacrificate e in ogni caso mai all'altezza di Contessina, scelte di casting inspiegabili, dialoghi troppo spesso ridicoli, intreccio pesantemente segnato da una contrapposizione manichea tra bene e male e nemmeno un meme come quello della ship Cosimo/cupola o di Marco Bello che fa cose che aiuti a riderci sopra. 

E ciò che rende ancora più triste il risultato finale è che il Magnifico e la brigata laurenziana avrebbero potuto offrire spunti infiniti per un ritorno sugli schermi molto più ricco e vivace della prima uscita: stiamo parlando di un'epoca dallo splendore divenuto leggendario che ci ha lasciato versi, trattati e opere d'arte invidiatici da tutto il mondo, ma non c'è stato un minimo di sforzo produttivo per riflettere nulla di tutto questo né a livello intellettuale né a livello estetico: era troppo chiedere di vedere una bottega come quella di Verrocchio in Da Vinci's Demons? Era troppo chiedere che le donne avessero i capelli acconciati, e non sciolti come Albachiara con la mela e i libri di scuola? Era troppo chiedere, una volta che si è introdotto Poliziano, che almeno facesse qualcosa nell'ambito della trama? Le aspettative inevitabilmente generate erano forse impossibili da soddisfare, ma bisognava almeno metterci dell'impegno e dei soldi extra piuttosto che decidere fin dall'inizio che la qualità c'ha rotto er cazzo


Particolarmente deludente è l'assenza di sequenze realmente girate a Firenze, uno sforzo fatto per la prima stagione e mai replicato quest'anno: l'esterno del Duomo, se non l'interno, avrebbe aiutato di molto la resa. In ogni caso, la spoglia modestia della cupola vista durante la scena della congiura metteva una certa mestizia e forse sarebbe stato il caso di scegliere un'altra chiesa. Difficile che torni un'occasione altrettanto ghiotta.

Note positive

Sarebbe brutto chiudere questo post con acidità e delusione, perciò segnalo alcuni aspetti positivi di questa seconda tornata medicea:
  • Le musiche di Paolo Buonvino: perlopiù (o forse del tutto?) riutilizzate dalla prima stagione come è giusto che sia, restano di un certo livello e un'autentica gioia per le orecchie. La traccia che accompagna l'assassinio di Sforza è la mia preferita e la stessa scena della congiura deve molto della sua suggestione alla musica.
  • Il mai abbastanza citato Matteo Martari: il suo Francesco ha tutta l'eleganza, il cinismo e la complessità che dovrebbe avere un personaggio del suo contesto storico-culturale, e i suoi momenti di vulnerabilità gli conferiscono un fascino ulteriore. Nell'ultimo episodio è terrificante e soave al tempo stesso, investito di una solennità drammatica che è di parecchio al di sopra del livello della serie e sicuramente di quello di Lorenzo. 
  • La performance di Sarah Parish: Lucrezia Tornabuoni passa gran parte della serie a sfoggiare aplomb, talento e saggezza che nessuno dei suoi figli sembra capace di assorbire, ma dal momento in cui urla uno straziante no (significativamente non doppiato) nel mezzo dell'ultima messa di Giuliano la sua maschera di compostezza viene meno e i momenti più toccanti dell'episodio sono tutti suoi nonostante i pianti si sprechino da più parti.
  • La nascente pseudoamicizia tra Clarice e Lucrezia Donati: Alessandra Mastronardi è sul set della terza stagione, cosa che mi fa sperare che i rapporti tra il suo personaggio e quello di Synnove Karlsen non siano destinati a finire. Clarice battezzò il figlio di Lucrezia, che divenne il segretario di suo figlio Giovanni de' Medici aka Leone X: non so se sia lecito sperare tanto, ma è sicuramente più probabile che Lucrezia continui a rapportarsi con Clarice che con Lorenzo. Daje!

Infine una buona notizia: tra le gradite aggiunte di Medici 3, che purtroppo avrà lo stesso Fauxrenzo di prima, ci sono Neri Marcorè e Toby Regbo, il quale peraltro si riunirà alla Rose Williams che in Reign interpretava sua sorella Claude.

(nessuna delle immagini mi appartiene)

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