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Visualizzazione dei post da 2013

Ho letto un libro (ah beh, sì beh...)

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Ho letto un libro. (Non è una novità, in realtà: leggo sempre un libro, aNobii è l'unico "social" che io mi preoccupi di aggiornare costantemente e a volte mi prendo fin troppo sul serio nel recensire quanto leggo, tanto che poco dopo mi verrebbe da guardarmi allo specchio e dirmi Ah Augias, ma parla come magni ). (Bene, ora attendo querela da Augias). Detto questo, o "al netto di questo" -- come si usa dire ultimamente, ho letto Wolf Hall di Hilary Mantel. Per chi non lo conoscesse, è il vincitore del Man Booker Prize 2009, cioè (ricerca su Wikipedia m'insegna) il più bel libro scritto in inglese del 2009. Non conosco i concorrenti, ma non mi lamento: Wolf Hall è, semplicemente, un libro strepitoso. Mesmerising , mi vien da dire, visto che l'ho letto in inglese in sessioni lunghissime e ora non so più parlare italiano (e credetemi, pensare in inglese mentre si parla con un barese non è il massimo). E' il libro che mi ha restituito il

Giovani, belli e soprattutto inglesi

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Con questo post inizio una nuova rubrica in collaborazione con Sandrina del mio cuore  che  avrà cadenza  un po' quando ci pare , in cui abbiamo intenzione di mettere a confronto di volta in volta due diversi bei manzi dello star system a condizione che siano  rigorosamente britannici  e voi potrete votare per l'uno o per l'altro! I due candidati che inaugureranno la rubrica sono stati scelti perché un po' di tempo fa in una camera d'albergo di Roma io e Laura abbiamo partecipato ad un accesso dibattito su una nodosa e delicata questione :  chi è meglio tra Ed Westwick e Robert Pattinson?  Questi sono i veri problemi, altro che la fame nel mondo! Sono sicura che come noi altre migliaia di persone si interrogano sulla questione, o forse no,   ma tanto a noi che importa ? Quindi signore e signori all'angolo rosso abbiamo  Ed Westwick  aka  Chuck Bass  di Gossip Girl e all'angolo blu  Robert Pattinson  meglio conosciuto come  Edward  di Twilight . Dopo che ver

Bari: Croce veste Prada, e i libri?

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Circa un anno fa in via Sparano, a Bari, sono iniziati dei lavori presso la libreria Laterza. O meglio, presso la fu libreria Laterza. Perché suddetti lavori servivano a  piazzare in via Sparano un negozio Prada, con ciò dimezzando lo spazio dello storico punto vendita dell'editrice barese, il cui ingresso viene ora relegato a una porticina in via Dante. Nel corso dei lavori, la libreria ha deciso (forse per pubblicità inversa, tanto La Feltrinelli è poco più in là) di esporre una foto antica, in bianco e nero, di quello stesso angolo e quello stesso negozio, ma in tempi in cui i libri si vendevano e a qualcuno importava financo di venderli in pieno centro, poco oltre Gucci e Vuitton, con una vetrina sconfinata e zeppa di titoli e una bella insegna bianca e rossa. Altri tempi, appunto. Poco importa, poi, che ora la targa in memoria di Benedetto Croce, vale a dire questa qui: campeggi ora sopra una vetrina destinata a scarpe, borsette e affini, mentre per comprare un libro bi

I Borgia su La7 e il senso degli americani per la Storia

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Seguo I Borgia (titolo originale The Borgias ) da due anni; da quando cioè Showtime, la rete via cavo americana che produce anche Homeland , ha deciso di rimpiazzare The Tudors con una nuova serie dedicata ad un'altra famiglia di dubbia reputazione. Il filone doveva piacere molto, il successo dei Tudor anche in Italia è stato notevole e la nostra La7, da un po' attentissima alle più ghiotte occasioni televisive, ha finito per aggiudicarsi la messa in onda in esclusiva di questo nuovo prodotto che doveva mantenere le promesse del suo progenitore. Ma ci è riuscito? The Tudors aveva molti, moltissimi difetti, anche piuttosto evidenti: chiunque abbia visto almeno la sua prima stagione deve ancora rammentare con raccapriccio Enrico VIII trasformato in un incrocio tra Fabrizio Corona e Giulio Berruti intento a zompettare da un letto a un altro sfoggiando la sua inesistente somiglianza col personaggio originale . Eppure The Tudors aveva anche delle ottime carte da giocarsi

Due clown di passaggio?

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La notizia è ormai nota: Peer Steinbrueck, candidato cancelliere della Spd, ha commentato i risultati delle ultime elezioni italiane dichiarandosi "inorridito" dalla vittoria di "due clown" (nemmeno troppo velato riferimento non solo al comico Grillo ma anche a quello non ufficiale, Berlusconi, sulla cui identificazione ogni dubbio è stato fugato quando lo si è specificato "guidato dal testosterone"). Inevitabile l'incidente diplomatico, con un feritissimo Napolitano che quasi in lacrime che annullava l'incontro col politico teutonico e chiedeva rispetto per l'Italia. Steinbruek, pare, è un gaffeur professionista , ma non basta avere una carriera costellata di uscite infelici per cancellarne una che brucia. Quando ho sentito la notizia al telegiornale ero con un'amica che aggiungeva "Diciamo anche tre clown". Qualcuno ha anche protestato che quella del clown è una professione onorevole che richiede preparazione e sacrifici;

For your consideration: gli Oscar e altri luoghi impossibili

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L'anno scorso mi sono imbattuta in un interessante post di Paola Jacobbi, giornalista di Vanity Fair , sulle varie cantonate degli Oscar verificatesi nel corso degli anni. Ero sconvolta dalla vagonata di statuette vinte da The Artist , film graziosissimo ma sulla cui capacità di passare alla Storia del Cinema nutrivo qualche dubbio: dopo averci lungamente pensato (cosa non si fa per non studiare qualcosa!) ero giunta alla conclusione che l'Academy dovesse avessere un debole per tutto ciò che è antico e/o europeo e/o parli di guerra (praticamente Benigni con il suo La vita è bella infilava tre criteri su tre). Ora che gli Oscar sono nuovamente alle porte è curioso che manchino dei film che promettono di sbancare, come è successo a The King's Speech nel 2011 e a The Artist nel 2012. O meglio: Lincoln prometterebbe di sbancare se non fosse che Argo di Ben Affleck ha già vinto tutti i non-Oscar e quindi minaccia di essere il primo film a vincere come Best Picture senz